Ho conosciuto questa azienda alcuni anni fa quando, da degustatore inesperto, afferrai, attratto dalla particolare forma, una bottiglia di Gattinara dell’annata 2007. Dopo aver assaggiato il vino ed aver scoperto un prodotto di grande qualità, cercai di comprendere il motivo di quella scelta stilistica, di un contenitore così particolare. La forma, era evidente, non doveva limitarsi all’elemento estetico atto a distinguere il prodotto tra la concorrenza, ma doveva essere stata ideata per uno scopo ben preciso. Da quel momento, da appassionato di vini piemontesi, questa azienda mi è rimasta nel cuore e quando ho la possibilità riassaggio volentieri questi raffinati prodotti. In questo articolo spero di trasmettervi questa mia esperienza, ma come ogni racconto è doveroso partire dalle origini…
Siamo negli anni 50, sulle colline di Gattinara, dove il fondatore, Arturo Travaglini, aveva avviato una produzione di vino di Gattinara (come era chiamato da secoli), che otterrà successivamente il riconoscimento DOC nel 1967, e DOCG nel 1990. Vino di storia antica, già conosciuto nel XV° secolo sulle tavole dei nobili di mezza Europa grazie a Mercurino Arborio, consigliere di Carlo V. E’ nel 1958 che il figlio Giancarlo concepisce la bottiglia di cui parlavo all’inizio, che sarebbe diventata il contenitore dei suoi vini e che ancora oggi costituisce un elemento di riconoscibilità tra folle di bottiglie. Quale il motivo di questa scelta, dicevo? Le ragioni principali che hanno portato a questa creazione sono fondamentalmente due: trattenere i residui durante i servizi (una sorta di decantazione senza decanter) e, come avevo immaginato, un contenitore per donare il vino al tempo proteggendolo dalla luce, perfetto per il riposo nelle cantine degli appassionati acquirenti.
Oggi l’azienda è ancora a conduzione familiare, guidata dalla figlia di Giancarlo, Cinzia, assieme al marito, il winemaker, Massimo, che portano avanti la storia e la tradizione con la produzione di vini, dai più immediati e di pronta beva, come il Nebbiolo DOC Coste della Sesia, fino ad arrivare agli austeri e strutturati Gattinara DOCG. I 46 ettari di proprietà destinati a vigneto sono coltivati quasi esclusivamente a Nebbiolo, con una densità che va dai 3500 ai 5000 ceppi per ettaro. I vigneti sono posti su terreni rocciosi originati dai sedimenti del Monte Rosa, un suolo acido povero di calcare e magnesio che, in combinazione con il particolare microclima, consente la produzione di vini eleganti. Dunque un grande terroir che regala grandi uve, portate in cantina e vinificate secondo la tradizione, nel rispetto della materia prima, per l’esaltazione delle caratteristiche varietali e della tipicità, con fermentazioni rigorosamente in acciaio, maturazioni in botti grandi di Rovere di Slavonia, e passaggi in contenitori più piccoli.
Ma adesso spazio ai vini e alla descrizione delle caratteristiche sensoriali. Due i campioni in degustazione, il Gattinara Tre Vigne 2008 e il Riserva 2007.
Gattinara Tre Vigne DOCG 2008
Granato di media intensità, con riflessi aranciati sul bordo, e bella luminosità. Decisamente consistente in termini di alcol e struttura alla rotazione nel bicchiere. Il naso è intenso, pulito, di bella fattura. Buon ventaglio odoroso che viene introdotto da frutta rossa matura e in confettura (lampone, ciliegia e piccoli frutti di bosco), passando poi per sentori floreali di violette e lavanda, seguite da spezie dolci (vaniglia e cannella). Alle successive olfazioni si apre, rilevando liquirizia e tabacco del Kentucky. Bocca di grande qualità dove alcol e glicerina sono contrastati da un vigoroso ma raffinato tannino. Tannino che ha potenza ma non asciuga, grazie ad un ottimo supporto acido che rende la beva piacevole. Intenso anche in bocca e lungo. Posso aspettare a lungo prima che cominci a svanirne il ricordo. Bella piacevolezza per una buona qualità gusto olfattiva.
Punteggio 88/100
Vino pronto da bere ma che, grazie ad acidità e tannino, potrà superare indenne ancora diversi anni, migliorandosi.
Gattinara RIserva DOCG 2007
Granato, più scarico rispetto al precedente campione, con riflessi arancio. Vino vivo e lucente nel bicchiere, che denota una buona struttura e una decisa presenza alcolica. Al naso è delicato, raffinato. Complesso e di qualità fine, un po’ chiuso ma che con pazienza, rotazione dopo rotazione, rileva i suoi tratti. Note floreali di rose in macerazione. Poi seguono humus, marasca, frutta rossa sotto spirito. Una bella balsamicità mentolata a precedere sensazioni minerali di grafite e ferrose. Cacao. Da sottolineare la pulizia olfattiva. Passando poi in bocca, si conferma l’alcol deciso ma non eccessivo, una morbidezza che ancora non è netta, sferzata da un tannino (elegante) che assieme ad acidità importante e sapidità presente sposta leggermente l’equilibrio a favore delle durezze. Più intenso, rispetto al naso, l’impatto in bocca, con una persistenza accettabile. La qualità è comunque buona
Punteggio 89/100
Anche in questo caso possiamo aspettarci una lunga vita davanti. Saprà equilibrarsi, arricchirsi in termini olfattivi e donare emozioni a chi lo farà riposare in cantina.
Per maggiori informazioni sull’azienda, e sui vini, collegatevi al sito
http://www.travaglinigattinara.it