Petra

Trovandomi a Suvereto per alcuni giorni di vacanza non potevo resistere alla tentazione di visitare una cantina. Nella zona sono presenti interessanti possibilità ma ho scelto Petra visto che l’avevo in agenda da un bel pezzo, un’azienda che conoscevo per l’avveniristica cantina e per aver assaggiato i vini in occasione di alcune manifestazioni. Petra significa pietra, un elemento presente in abbondanza nei suoli e soprattutto nel sottosuolo dei vigneti. Nasce esattamente 20 anni fa grazie ad un’idea di Francesca Moretti, figlia di  Vittorio Moretti, noto imprenditore nel ramo dell’edilizia che nel corso degli anni ha creato e acquistato una serie di aziende vitivinicole dalla Franciacorta alla Sardegna. Francesca dopo aver viaggiato molto nella zona del Bordeaux voleva creare un suo personale “chateau” e la scelta è ricaduta su quest’area dal grande potenziale enologico. Assieme al padre individuano nel grande architetto Mario Botta la persona giusta per progettare la cantina e la scelta è più che mai azzeccata, con una struttura che oggi è tra le più belle del territorio nazionale, capace di attrarre non solo gli appassionati di vino ma anche quelli di architettura. Tutt’intorno i vigneti affondano le radici in terreni di matrice variabile dall’argilla alla sabbia, con percentuali di ciottoli da assenti ad abbondanti. Le prime produzioni sono state avviate sfruttando le vigne già presenti di Merlot e Cabernet Sauvignon, portati in loco circa due secoli fa da Elisa Bonaparte. Nel corso degli anni i vigneti hanno subito notevoli ampliamenti, con l’inserimento di varietà a bacca bianca come Vermentino e Viogner, mentre tra le rosse sono stati introdotti Sangiovese e Syrah. Visto il limitato numero di trattamenti in vigna e la grande attenzione verso il rispetto dell’ambiente, Petra ha ottenuto la certificazione biologica. Sono 350.000 le bottiglie prodotte, dove la gamma di maggiore prestigio è affiancata da una linea dedicata ai vigneti più giovani denominata “Belvento”. Premetto di aver richiesto la visita con scarsissimo preavviso e nonostante questo, assieme alla mia compagna, siamo stati accolti con estrema disponibilità. La visita è iniziata nel wine shop e dopo una breve introduzione siamo passati in una sala proiezioni: la storia dell’azienda e dei suoi attori principali, dai proprietari ai tecnici. Petra è azienda al femminile essendo costituita al 70% da dipendenti donne e in uno dei video Vittorio Moretti evidenzia questo fattore rapportandolo ai vini, che a suo avviso si esprimono attraverso il filo conduttore dell’eleganza. Concluse le proiezioni ci spostiamo nel locale di fermentazione nel quale grandi cisterne in acciaio, munite dei più moderni sistemi di raffreddamento e di rimontaggio, si stagliano verso l’alto in questa splendida “cattedrale” concepita nel rispetto di principi quali il basso impatto ambientale e la sostenibilità energetica. La cantina è studiata per sfruttare la gravità con la parte superiore che è riservata alla diraspatura, mentre al piano sottostante le uve giungono nelle cisterne e per effetto del peso gli acini si schiacciano avviando i processi fermentativi. Nei locali adiacenti sono presenti due magnifiche bottaie ricavate nella roccia, esattamente al di sotto del vigneto del Sangiovese, dove oltre alle barrique di legno francese sono presenti tonneax e botti grandi. Per garantire l’umidità ottimale sono state realizzate delle “corsie” di sassi che fungono da naturali catalizzatori. Molto affascinante la cantina che si pone di fronte al visitatore, dotata di un particolare sistema di illuminazione in grado di rilassare anche i visitatori claustrofobici. L’eterogeneità dei vigneti in termini di varietà allevate, composizione dei suoli e microclimi ha portato Petra a scegliere la strada delle vinificazioni parcellari, con gli assemblaggi stabili dall’enologo Giuseppe Caviola sulla base degli assaggi eseguiti da ogni contenitore.

Terminiamo il tour con la degustazione di alcune etichette e per l’occasione quattro i campioni proposti abbinati ad interessanti proposte gastronomiche. Il primo della batteria è il viogner denominato La Balena dell’annata 2015, un vino dalla suadente sfera aromatica di pesca, mela e fiori bianchi uniti ad agrumi, con un sfondo minerale che trova conferma nella sapidità di bocca. Segue il Sangiovese Alto del 2014, complesso al naso con tipiche note varietali arricchite da sensazioni scure e terrose, fresco e sapido al sorso. Passiamo poi al Merlot Quercegobbe sempre 2014, con un bel naso fruttato di prugne e lamponi, decisamente floreale con ricordi di geranio e spezie nobili. Concludiamo con il cavallo di razza, quello che porta il nome dell’azienda e che viene prodotto con un 70% di Cabernet Sauvignon e 30% di Merlot, il Petra 2013: invecchiamento di 18 mesi in barrique e altrettanti in bottiglia per un vino ampio nella sfera olfattiva, capace di raccontare il territorio attraverso un mix di aromi di sottobosco, rosmarino e mirto, menta, tabacco, frutti rossi e neri. Bocca che unisce volume ed eleganza, dove i tannini soffici lasciano spazio a freschezza e sapidità, nel lungo scorrere del tempo prima che ne rimanga solo il bellissimo ricordo. Un degna conclusione ad una visita che è ha superato ampiamente le mie aspettative.

 

 

 

 

www.petrawine.it

Loc. San Lorenzo Alto, 131 
57028 - Suvereto (LI) 
tel 0565 845308
e-mail: info@petrawine.it

 

 

Alla prossima!!!

 

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