E’ fra i più vecchi supertuscans a base Sangiovese ed è stato sicuramente il primo della seconda ondata, quella iniziata negli anni ‘80. L’origine del nome “Flaccianello della Pieve” è da ricondursi alla storia del luogo dove è posto il vigneto, un’area nella quale in epoca romana si trovava un villaggio il cui capo era noto come Flaccianus. Della Pieve deriva invece dal fatto che si trova sotto la Pieve di San Leolino. Viene prodotto a partire dalla vendemmia 1981, e da allora, con poche eccezioni, ha visto la luce per una ventina di volte. A partire dalle prime bottiglie Fontodi ha affidato la la consulenza tecnica a Franco Bernabei, enologo che conosce il Sangiovese come pochi, che ha scelto di adottare per il Flaccianello uno stile neo bordolese, con macerazioni mediamente lunghe, micro ossigenazioni e maturazioni in barriques di Allier di durata variabile tra i 12 ai 18 mesi, a seconda dell’annata.
Rubino carico e compatto, di grande estrazione colorante (il marchio del terroir unito alle barrique nuove), prospetta corpo e grassezza. Potente in olfazione, regala note speziate dolci di curcuma e cannella, unite a sensazioni minerali ferrose delicate, terra rossa bagnata, violette, humus, marasche e piccoli frutti neri maturi, poi peonie, tocchi balsamici, infine radice di liquirizia. In bocca è imponente, carnoso, si muove a lungo con acidi che lo snelliscono e lo allungano, tannini ancora imperanti ma di fine fattura, ricca sapidità. L’alcol, seppur importante, non si avverte ma ha in carico l’importante ruolo di equilibrare il castello delle sensazioni. Ritorni aromatici piacevoli con rintocchi anche balsamici, poi frutti, fiori, spezie.
Lo avevo assaggiato la prima volta a fine 2014 definendolo un “bimbo in fasce”, oggi lo trovo estremamente godibile, con grandi prospettive per il futuro.
Alla prossima!!!