Dopo aver conosciuto il noto enologo Federico Staderini in occasione di un’evento, era da un paio d’anni che mi promettevo di visitare la sua azienda vitivinicola, adagiata sulla collina che sovrasta la località di Pratovecchio, in provincia di Arezzo. Cuna – fino ad alcuni giorni fa nota come Podere Santa Felicita – è una piccola cantina attiva da poco più di un decennio, ma molto conosciuta grazie alla qualità dei vini, conseguente alla scelta più che mai azzeccata di puntare su una varietà complessa e nobile come il Pinot Nero. La posizione ad una quota che va dai 500 metri S.l.m. a salire, le notevoli escursioni termiche giorno/notte e la ricchezza dei suoli, sono elementi che hanno favorito la coltivazione di questa fragile bacca ed il Toscana IGT “Cuna” ne è la prova più evidente, un rosso che riesce a sorprendermi anno dopo anno. Sono appena 4 gli ettari vitati coltivati rigorosamente in regime biologico, mentre una piccola parte è stata riservata ad un antico vitigno autoctono, l’Abrostine, una bacca rossa dalla maturazione tardiva, dai tratti scontrosi con acidità importanti e tannini di pari forza, che Staderini ha voluto preservare da una quasi certa scomparsa. Assieme alla mia compagnia arriviamo in cantina al primo pomeriggio e ad accoglierci è il fido collaboratore Samuel, in quanto Federico, da autentico “enologo ambulante” come ama definirsi, è sempre in giro viste le decine di collaborazioni che ha avviato sul territorio regionale e oltre. Facciamo una doverosa e approfondita visita alla vigna, toccando e scrutando i filari ad alta densità d’impianto, caratterizzati da bassissime rese per ceppo. I terreni in cui affondano le radici appaiono perfetti per praticare una viticoltura di qualità e anche un occhio inesperto potrebbe capirlo. Un contesto ideale garantito con un lavoro meticoloso e costante, che come ci racconta Samuel, è molto diverso ogni annata. È un ambiente perfetto per il Pinot Nero ma pieno d’insidie con gelate, periodi di siccità oppure troppe piogge, che impongono ogni volta una rapida risposta per salvare la produzione. Le vigne sono limitrofe a quelle di un’altro estroso vignaiolo, Vincenzo Tommasi del Podere della Civettaja, e poco dopo, andando a visitare la cantina, scopriamo che non è l’unico spazio condiviso, essendo “gomito a gomito” anche a livello dei locali di vinificazione; dunque un’esperienza di rilancio del territorio pienamente condivisa. Adoro le piccole cantine, i vini frutto del duro lavoro e di grande passione, ed entrando all’interno della piccolissima cantina ho subito la percezione di aver trovato qualcosa di unico. Tre piccole stanze sfruttate fino all’ultimo centimetro per la maturazione dei vini, con barriques esauste accatastate tipo una “solera” e bottiglie in stoccaggio fino al soffitto. È qui che assaggiamo i campioni di botte delle ultime annate, compreso il cru “Brendino” dall’omonima vigna più alta, un rosso di un’eleganza rara. L’effetto delle annate è ben percettibile e si manifesta attraverso le differenti espressioni di profumi e corpo. La 2015 ad esempio appare più carnosa e bilanciata della 2016, fresca di recente imbottigliamento. La 2014, che è praticamente esaurita, aveva tanta finezza ma meno forza della 2013, che è stata proposta sul mercato successivamente – praticamente con un anno in più di maturazione in bottiglia – perché “ non ritenuta ancora pronta per uscire in commercio”. La produzione limitata a circa 8000 bottiglie comporta un’attenta gestione degli ordini. così da non deludere mai i clienti affezionati. Posto in un’altro fabbricato adiacente vi è il locale di imbottigliamento, anch’esso eseguito in modalità manuale mediante una sorta di rubinetto che consente di operare su due bottiglie alla volta. Terminiamo la visita in quello che è l’ufficio/locale vendita, dove assaggiamo il Cuna 2015 da bottiglia: veramente un’annata importante con un naso carnoso e tipico, ma quello che stupisce è l’assaggio, altrettanto voluminoso e persistente.È curioso anche il metodo di apposizione delle etichette, eseguito a mezzo di una piccola macchina a rulli, e fa sorridere il piccolo adesivo posto sulle bottiglie, diverso ogni annata, con la 2014 ad esempio che porta la scritta “tanta fatica”. Samuel è stato capace di trasmetterci l’essenza di questa perla del Casentino, dal duro lavoro in vigna all’altrettanta fatica necessaria per arrivare al prodotto finito, grazie alla sua passione e competenza. Abbiamo di conseguenza compreso perchè Federico Staderini lo abbia cresciuto come un figlio, fino ad affidargli di fatto il controllo dell’intero ciclo produttivo. Dopo i saluti di rito ci diamo appuntamento per un’altra occasione, ma la prossima volta vogliamo anche l’enologo ambulante!
Cuna di Federico Staderini
Loc. Sala-Civettaia
52015 - Pratovecchio (AR)
tel 335 453072
e-mail: stedera@alice.it
Puoi acquistare i vini di Cuna nell’enoteca online Uvaggio – www.uvaggio.it
Alla prossima!!!