Colline di Sopra

Se pensiamo a Montescudaio l’immaginazione ci porta a dolci colline che guardano al mare. Bene, cambiamo scenario e andiamo nel versante rivolto al lato opposto, con pendii che scendono verso la valle da una quota di circa 300 m e sullo sfondo colline e montagnole di colorazione svariata. E’ in questo ameno angolo in prossimità della costa toscana che sorge l’azienda Colline di Sopra. Come molte altre realtà nel panorama vitivinicolo nazionale e’ nata quasi per caso, quando è capitata l’occasione giusta. I protagonisti di questa bella storia sono Luisa e Paolo. Architetto lei, medico lui, vengono a conoscenza – grazie ad un paziente di Paolo – di una proprieta’ in vendita nei dintorni di Montescudaio. Essendo loro appassionati di vino e frequentatori della zona per le vacanze estive non ci pensano due volte e dopo aver visto il luogo decidono di acquistare i terreni. Inizia così questa nuova avventura con gli obiettivi di produrre ottimo vino e di  una nuova dimora dove vivere in mezzo alla natura. Paolo da buon piemontese – con il vino nel DNA – covava da tempo l’idea di divenire un viticoltore, portando in se il desiderio di un ritorno alle proprie origini, provenendo da una famiglia con tradizione nel mondo agricolo, che in un determinato momento decise di cedere le proprietà. E’ il 2006 quando prende vita il progetto di Colline di Sopra. Vengono impiantate le prime vigne e realizzata la cantina, progettata interamente da Luisa come ultimo lavoro della “vecchia professione di architetto”. Nella seppur breve vita dell’azienda sono stati fatti passi da gigante  e la qualità dei prodotti sta riscontrando un grande successo anche all’estero.                                                                         Nei giorni scorsi ho avuto la fortuna di visitare questa realtà, in una soleggiata e ventilata giornata di fine primavera. Arrivo  in mattinata e ad accogliermi è Luisa con il suo affettuoso ed inseparabile cane SyrahIMG_3228, mentre Paolo è rimasto a Milano dove esercita ancora la professione di medico. Mi dice Luisa che ad ogni occasione il marito fugge dalla città per tuffarsi tra le sue amate vigne. Ci spostiamo sul margine della proprietà, in un punto dove è stata ricavata una terrazza panoramica che mira ai vigneti. La vista è magnifica e le vigne sembrano delle suadenti onde che cavalcano la ripida collina.IMG_3231 Il terreno è di natura argillosa, ricco di fossili marini e per evitare pericolosi ristagni vengono spesso eseguite volture utili a consentire il deflusso idrico. La terrazza è posta al fianco della piccola porzione dedicata al Moscato, dalla quale si ricava uno splendido passito che più avanti racconterò, ma anche un vino secco in produzione dal 2013 a seguito di un’annata non favorevole. Dopo la vigna passiamo in cantina, come spesso accade nelle visite, quasi a voler seguire il percorso che compie l’uva prima di diventare vino. DSC_0594La cantina è posta al piano inferiore di una struttura di due, dove sopra  si trovano gli uffici, la sala degustazione e la zona di accoglimento/pressatura delle uve. L’impatto ambientale della piccola struttura è nullo e appare perfettamente incastonata nello scenario. All’interno della cantina sono posti alcuni serbatoi in acciaio a temperatura controllata e in un’altra stanza la piccola barricaia. Allo stesso livello è presente il locale di stoccaggio dei vini. Saliamo al piano superiore e uscendo dalla scala c’è la bella pergola adibita allo scarico e selezione delle uve, sfruttata anche per gli assaggi con i visitatori, eseguiti rigorosamente al tramonto (bellissimo!). Entriamo all’interno, dove si trovano gli uffici e la sala per la degustazione. Tutto è bianco, ambiente ideale per assaporare i vini. Intanto è doveroso precisare che non vi racconterò i vini in termini prettamente sensoriali, sperando comunque di farvi comprendere quella che è la filosofia aziendale. La sequenza è iniziataIMG_3248 con il Tredici m annata 2014, vino ottenuto da uve Moscato nato – come dicevo qualche riga fa –  in un’annata  particolare, nella quale la concentrazione degli zuccheri a seguito di appassimento non andò a buon fine – la 2013 appunto – , da cui ha preso il nome. Vino che sorprende per la straordinaria freschezza naso/bocca e per una scia gustativa di rilievo. A seguire l’Eola 2013 ottenuto da un blend di Sangiovese, Syrah, Cabernet Sauvignon e Merlot, piacevole al naso e avvolgente in bocca, ravvivato da una piacevole sapidità. Arriva poi il turno di Larà, da Merlot e Syrah, nelle annate 2012 e 13. In entrambi ho apprezzato un ricco e corposo bagaglio olfattivo, con una massa importante al sorso che appare più avvolgente nel campione più vecchio. Arriva il turno del RamantoIMG_3246, il cavallo di razza di casa, vendemmia 2013, da Cabernet Franc fuso al Petit Verdot. Nel bicchiere rileva potenza olfattiva con sensazioni dal fruttato al balsamico. E’ ancora giovane e dimostra un potenziale evolutivo notevole. Sicuramente potrà dare soddisfazioni lasciandolo coricato in cantina qualche anno.  Penultimo campione è Sopra 2012IMG_3247, da Sangiovese vinificato in purezza con maturazione in barriques. Naso in evoluzione, così come il sorso, ovvero vale il discorso fatto per il Ramanto, da attendere. Infine, ultimo ma per destinazione – passito – e non per limiti qualitativi, il Luis: si tratta di un atipico passito da uve Moscato che, come il “cugino” vinificato secco, mostra toni freschi anche al naso, cosa inusuale per un vino dolce. Colpisce per la sequenza olfattiva di fiori, agrumi e nocciole, mentre al sorso invita a riberlo grazie ad una briosa vivacità unita a sapidità. Si conclude qui anche la visita e uscendo dalla proprietà, guardando i vigneti che mi restano ormai alle spalle, penso alla grande fortuna di poter vivere in un posto del genere…

 

 

 

 

Se volete saperne di più www.collinedisopra.com

Alla prossima!!!

 

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