Chianti fuori stagione_prima parte

In effetti la visione dei vigneti a Febbraio non è minimamente paragonabile al magnifico scenario che sono in grado di regalarci nella bella stagione, oppure in autunno, quando le foglie si colorano prima di cadere. Sarà per questo motivo che, inconsciamente, non avevo mai preso in considerazione l’idea di organizzare gite vinicole “fuori stagione”. Questo fino a quando per motivi personali, qualche settimana fa, mi è capitato un impegno nella zona di Radda in Chianti. Decido allora di approfittare dell’occasione e di unire al dovere il piacere. Contatto così due aziende che avevo da tempo voglia di vedere, Montevertine e Castello di Monsanto, fisso la data e il gioco è fatto. Ad accompagnarmi nelle visite il mio amico sommelier Fabio Frediani che, munito della sua reflex, ha immortalato i luoghi che andrò a raccontarvi. Pronti, partenza e via, la giornata non è delle migliori, è freddo e piove. Siamo alla fine di Febbraio e in effetti quando arriviamo in zona il paesaggio è come me lo aspettavo, triste e spoglio, con i paletti dei filari che somigliano a sorte di cimiteri di guerra. Arriviamo in tarda mattina a Montevertine e veniamo accolti dalla moglie del titolare Martino Manetti, che ci conduce dal cantiniere, il nostro “Cicerone” nei luoghi dell’azienda. IMG_2895Ci appoggiamo ad una staccionata rivolta ai vigneti, il racconto inizia da li e subito, grazie alla preparazione della guida, ci dimentichiamo di quello scenario apparentemente triste. Per comprendere un vino, le sue caratteristiche e la filosofia che c’è dietro, è fondamentale avere la comprensione del luogo, della composizione del terreno, del microclima e del lavoro che viene svolto per curare con amore e passione ogni singola pianta. Le tecniche di lavorazione, esclusivamente manuali, così come il limitato uso di trattamenti – ovviamente in base alla stagione – inquadrerebbero l’azienda come biologica, ma  nonostante questo non è mai stata richiesta alcuna certificazione. Gli operai specializzati che vengono chiamati ad eseguire le opere di potatura e soprattutto per la vendemmia, sono sempre gli stessi da anni. Quest’ultima, eseguita rigorosamente a mano, prevede un’attenta selezione e l’eliminazione dei grappoli con acini non maturi. Passiamo poi dalla vigna all’interno di un fabbricato adibito alla fermentazione e in parte alla maturazione dei vini. IMG_2897Le grandi vasche rosse di cemento vengono utilizzate per le fermentazioni e per lo stoccaggio pre-imbottigliamento. A proposito di imbottigliamento, è stato realizzato un sistema di tubazioni sotterranee per trasportare il vino, dai vari locali, al piccolo edificio dedicato. In questo modo il prodotto arriva integro, senza subire stress termici. Ritornando al discorso fermentazioni è evidente che il vino è realizzato nel pieno rispetto della tradizione, con lieviti spontanei e senza il controllo delle temperature. Entriamo in una delle barricaie, realizzate nelle stanze un tempo stalle per i cavalli del fondatore Sergio. E’ in questo luogo che ci viene raccontato il rapporto tra Sergio Manetti e Giorgio Gambelli, di quanto quest’ultimo fosse stato determinante per il successo dei vini, non soltanto di Montevertine ma in generale di molte aziende della zona. La poca luminosità, la temperatura e l’umidità naturali sono perfette per il riposo dei vini. Usciamo per entrare in un’altro edificio distante pochi passi. IMG_2901Qui si trovano le grandi botti da 30 e 50 Hl, tutte realizzate dalla ditta Garbellotto di Conegliano dalla quale si riforniscono da anni. Veniamo da li condotti, attraverso una sorta di scala a chiocciola, nel piano sottostante, dove si trova la barricaia più grande. Le barrique da 225 l utilizzate hanno vari passaggi in modo da avere masse vinose con livelli diversi di rapporto con legno e ossigeno. Vengono infatti introdotte periodicamente botti nuove, che a rotazione sostituiscono quelle con più vendemmie. IMG_2909
La particolarità sta nel sistema di tappatura che prevede la chiusura mediante pioli in legno sul modello bordolese.
Risaliti al piano superiore ci ritroviamo all’inizio di un lungo corridoio che conduce alla sala di degustazione. Esso è sfruttato come cantina per lo stoccaggio delle vecchie annate ed è qualcosa di incredibile. IMG_2914Vi sono conservate le migliori annate di Pergole Torte, con le bozze delle copertine in primo piano, ma anche di Montevertine, Pian del Ciampolo e altri vini oggi non più in commercio. Sono presenti diversi formati, comprese le edizioni “giganti” da 12 litri. Arrivati in sala degustazione concludiamo la visita, purtroppo senza assaggi a causa di mancanza di bottiglie disponibili. Comprendere le ragioni di un successo commerciale, respirare luoghi dove si è fatta la storia vinicola e vedere come viene realizzato del grande vino, ci ha lasciato comunque il sapore di una grande esperienza.
Risaliti in auto impostiamo il navigatore su Barberino Val d’Elsa, destinazione Castello di Monsanto….
Continua, alla prossima !!!

Questi alcuni ritratti della giornata

 

 

Per maggiori informazioni sull’azienda http://www.montevertine.it/

 

 

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