Maurizio Alongi, dopo oltre 30 anni di collaborazioni in qualità di enologo, decide di avviare la produzione del Suo vino agli albori del 2015. Maurizio si è mosso per anni tra Gaiole, Radda e Castellina, allo scopo di individuare il luogo ideale in termini agronomici ed enologici, fino a quando finalmente, in un soleggiato pomeriggio invernale, riesce a scovare due piccoli appezzamenti a Barbischio, non molto lontano da Gaiole in Chianti. Parliamo di un’area quasi incontaminata, dove la presenza dei boschi favorisce una spontanea biodiversità. Nei suoli sabbiosi – originati dal cosiddetto “Macigno del Chianti” – affondano le radici filari di sangiovese che superano i 40 anni di età, oltre a varietà tradizionali come la malvasia nera e il canaiolo. E’ qui che prende vita, a circa 435 metri sul livello del mare, il Chianti Classico Riserva “Vigna Barbischio” dell’annata 2016, rosso prodotto in edizione limitata a poco più di 4000 bottiglie, espressione fedele e rispettosa dell’omonimo cru. Nel blend il sangiovese recita il ruolo del protagonista con le altre varietà pocanzi citate impiegate in piccole percentuali allo scopo di apportare maggiore aromaticità, colore e struttura al vino. In cantina la fermentazione in tini di acciaio è seguita da una maturazione di tonneaux, prevalentemente usati, ma è nella lenta evoluzione in bottiglia che lascia emergere tutto il suo carattere territoriale.
Chianti Classico Riserva VIGNA BARBISCHIO 2016 – Maurizio Alongi
Sangiovese 94%, Malvasia Nera 4%, Canaiolo 2% – 14%
Nel calice rivela un colore granato intenso che vira all’arancio muovendosi verso il bordo. Al naso il fruttato, che si esprime con una duplice faccia succosa e polposa, di marasca, mirtillo rosso e prugna, incontra la scorza d’arancia, e da questo sodalizio emergono distintamente echi di violetta e iris, verbena, sottobosco ed eucalipto, humus e fungo in essiccazione. Il tutto avvolto da un’aurea ematica, tostata di tabacco biondo e delicatamente speziata. Denso, materico ma al contempo sospeso in fase di assaggio; l’agrume unito alla mora di rovo si prendono la scena aromatica in un contesto dove sapidità, freschezza e tannino penetrante ma vellutato, appaiono equamente presenti a formare un’unica entità in grado di slanciare il vino, fino al finale floreale e balsamico.
Alla prossima!!!