La Riviera di Ponente è sempre stata per me terra di passaggio per raggiungere mete oltre confine. Poi alcune settimane fa è capitato un impegno personale ed ho avuto occasione di soggiornare nei dintorni di Albenga, scoprendo questa porzione di Liguria, zona che conoscevo solo sulla carta grazie alla preparazione ai concorsi per sommelier per le interessanti realtà vitivinicole. Tra quelle che mi avevano attratto da subito c’era Bio Vio. La fortuna ha voluto che ad ospitarmi – assieme al collega Fabio – sia stata proprio questa piccola-grande cantina che, oltre ad una splendida produzione vinicola, offre anche un’accogliente agriturismo costituito da otto ampi appartamenti. Vi arriviamo al Sabato pomeriggio dopo un’interminabile viaggio per code autostradali, tempo di appoggiare i bagagli e ci tuffiamo subito in cantina. Ad accoglierci è Caterina, una delle tre figlie di Giobatta Aimone Vio – il titolare – e della moglie Chiara. L’azienda nasce nel 1980 con una produzione basata quasi esclusivamente sulla coltivazione e vendita di erbe aromatiche, elemento che contraddistingue la zona, mentre l’attività vinicola prenderà piede successivamente, più precisamente dal 2000 quando Aimone decide di imbottigliare il proprio vino ed escono in commercio le prime etichette. Il nome Bio non è casuale ma posto a testimonianza di quello che è il pensiero, la filosofia produttiva, lo stile biologico appunto. In vigna – grazie anche al clima favorevole – si fa a meno della chimica e si lavora per l’ottenimento della massima qualità possibile donando alle piante le attenzioni migliori. Le vendemmie sono lunghe e sono realizzate in più passaggi, portando in cantina solo i grappoli ritenuti pronti. Il risultato è percettibile nei vini – quasi esclusivamente da monovitigno con il Pigato e il Vermentino a dominare la scena – che, visto l’utilizzo di solo acciaio, esprimono al massimo il potenziale varietale delle uve, oltre ad una territorialità innegabile. Ma ora torniamo al racconto: dopo una visita della piccola cantina Caterina ci mostra la stanza che ospita le “vecchie” annate. Vi sono conservati soprattutto i vini bianchi allo scopo di valutarne il potenziale evolutivo. Passiamo nell’attigua sala da pranzo di famiglia che per un paio d’ore è stata sala degustazioni. Iniziamo con i bianchi di cui avevo solo sentito parlare e mai assaggiato. Si parte con l’Aimone 2014, Vermentino in purezza. Nonostante l’annata non favorevole, grazie a un recupero della maturazione al fotofinish (Ottobre avanzato), presenta profumi e lunghezza impressionanti, con una freschezza che lo rende rapido da bere. Segue il famigerato Bon in da Bon, in dialetto “buono davvero” – e si capisce subito il motivo – da uve Pigato delle parcelle migliori. In questo caso assaggiamo il 2014 dalla botte e il 2013, già in commercio. Entrambi campioni del genere, con quello più vecchio a mio avviso più pronto rispetto al ’14 che è ancora un bambino in crescita. Si prosegue con altro Pigato, il Marenè nelle versioni 2014 e 2004 (quando si chiamava Marixè)! Il primo tipico con fiori e frutti, si conferma a livello degli altri campioni precedentemente assaggiati. Il secondo rivela maturità per i profumi maturi e complessi estremamente piacevoli, ma stupisce in bocca per la freschezza che ancora lo caratterizza. Chapeau! Chiusa la bellissima carrellata di vini bianchi arrivano nuove sorprese con i rossi. In questo caso i vitigni sono quelli tipici della zona ovvero Rossese e Granaccia: con il primo è prodotto U Bastiò dal naso di rose e pepe nero, di grandissima beva, mentre dall’unione di entrambi nasce il Bacilò, anch’esso caratterizzato da uno spettro olfattivo floreale/fruttato. Segue infine il Gigò, una Granaccia in purezza dedicata al nonno. Vino “rustico” nel senso buono del termine, caratterizzato da note di sottobosco e frutti rossi e neri, tipico e piacevole.
Finisce qui la degustazione e anche il mio racconto. Che dire in più? Che è sempre bello trovare conferma alle aspettative…
Se passate da quelle parti fateci un salto, intanto questo è il sito www.biovio.it
Dimenticavo…nell’attesa provate qualche bottiglia, non ve ne pentirete!
Alla prossima!!!