Nonostante il grande caldo, che avrebbe ispirato un bel bianco ghiacciato, decido di assaggiarmi un grande rosso italiano e opto per questo barbaresco.
Dopo la stappatura si presenta chiuso al naso, per cui decido di attendere alcuni minuti.
Di colore rosso scarico, come vuole la tipicità del vitigno, poco generoso, come noto, di antociani. Naso intenso e già complesso in un susseguirsi di frutti rossi maturi e sottospirito tra cui spiccano lamponi e more di rovo, poi nette sensazioni floreali di viola, geranio e balsamiche (zenzero), infine spezie dolci, tostature (caffè su tutti). Grande ingresso in bocca e bella alcolicità, con il tannino che la fa ancora da padrone ma non aggressivo. Bella la struttura, persistente, con ritorni fruttati di confettura di ciliegie e di caffè, e di buona qualità gusto olfattiva.
Decisamente pronto da bere, potrà dare maggiori soddisfazioni, in termini di complessità ed equilibrio, a chi lo saprà attendere. Da abbinare ad una tartare di fassona piemontese su letto di fonduta di grana.
Ad oggi 88/100