Nel 1911 Remigio Medici, assieme ai figli ancora adolescenti Regolo ed Ermete, avvia l’attività vitivinicola di famiglia che portava in origine il suo nome. Remigio, che in quel periodo possedeva un’osteria, fu tra i primi a credere nella produzione e vendita di Lambrusco in bottiglia, anche se il suo progetto vide i risultati sperati soltanto diversi anni dopo. Bisogna infatti attendere la fine della Seconda Guerra mondiale per vedere un progressivo abbandono della moda del vino sfuso – legata agli elevati costi del contenitore in vetro – a favore della bottiglia. Remigio però non riesce a vedere i frutti del suo lavoro, venendo a mancare prematuramente, sono così Regolo ed Ermete a trovarsi sulle spalle la responsabilità di portare avanti l’azienda di famiglia e la gestione dei numerosi clienti affezionati. Nel 1955 visto che già esistevano due stabilimenti, uno a Villa Gaida ed uno a Villa Cadè, presso cui operavano i due rami della famiglia, viene spontanea una scissione dell’azienda. I figli di Regolo – anch’egli venuto a mancare – proseguono la storia dell’antica ditta avviata dal padre nel 1911, la “Medici Remigio e Figli”, nella nuova cantina di Villa Cadè, mentre Ermete fonda una nuova azienda che porta il suo nome nella vecchia sede di Villa Gaida. Negli anni che seguono i vini prodotti sono sempre più diffusi sul territorio nazionale fino agli anni ’70 quando, vista la crescita esponenziale anche di cantine concorrenti e un richio concreto di saturazione del mercato, vengono avviate le prime esportazione fuori dai confini, con un successo sempre maggiore sopratutto negli Stati Uniti, Germania e Belgio. Nel 1984 viene cambiata definitivamente la ragione sociale in Ca’ de’ Medici e l’ultra centenaria attività di famiglia è ancora oggi viva più che mai grazie al lavoro della quarta generazione. Parliamo naturalmente di milioni di bottiglie sfornati ogni anno, con diverse linee presentate sui mercati, ognuna dotata di un proprio filo conduttore. Tra questa vastità di etichette ho scelto di parlarvi di quelle da me assaggiate e a mio parere rappresentative della tradizione.
Lambrusco Grasparossa REMIGIO 100
100% Lambrusco Grasparossa
Rubino carico che mostra ampi riflessi porpora. Propone delicati ricordi di frutti rossi e neri, rose e peonie. In bocca ha un corpo ricco ed è ben bilanciato tra alcol e acidità, con leggera sensazione tannica. La bolla lieve aiuta un ingresso in bocca coeremente delicato come in fase di olfazione e il finale è amarognolo.
Lambrusco di Sorbara REMIGIO 101
Lambrusco di Sorbara 100%
Bel colore rubino scarico, che ricorda il succo di fragole, con bordi violacei. Spinge piccoli frutti rossi con fragole e lamponi, poi violette e fiori di lavanda. Fresco e piacevole all’assaggio, dotato di discreta sapidità e tannicità sfumata, denota una delicata morbidezza che riallinea il tutto. I frutti e i fiori, che sono gli stessi sentiti al naso, regalano lunghezza.
Reggiano Lambrusco Scuro PIAZZA SAN PROSPERO
Lambrusco Montericco, Ancellotta, Salamino
Scuro di nome e di fatti, dall’impenetrabile veste porpora. Lamponi, fragole, melograno, viole, poi glicine ed erbe aromatiche ad accarezzare il naso. Passando al sorso evidenzia un maggiore residuo zuccherino che aiuta nel bilanciare acidi e tannini. I frutti rossi succosi uniti a sentori floreali sono giusti nel contesto e si fanno ricordare a lungo.
Per saperne di più www.cademedici.it
Alla prossima!!!